Negli ultimi anni, anche grazie agli accordi che abbiamo sottoscritto, il ricorso alla cassa integrazione ed alla solidarietà a livello di gruppo è fortemente diminuito: in FCA si è passati da 14,4 milioni di ore nel 2015 a 8,4 milioni nel 2016 e a 5,2 nel 2017; in CNHI da 1,8 milioni del 2015 a 1,5 nel 2016 e a 600 mila nel 2017. Tuttavia non tutti i problemi sono risolti, poiché non è stato ancora raggiunto in tutti gli stabilimenti l’obiettivo di azzeramento degli ammortizzatori sociali; inoltre si pongono nuove importanti sfide che investono l’intero settore automotive, come la crisi del diesel e lo sviluppo di nuove propulsioni, la guida autonoma e l’impatto di industria 4.0 sull’organizzazione del lavoro e sull’occupazione; infine siamo oramai prossimi ad un preannunciato cambio al vertice che per certi versi potrebbe essere definito storico.
Il primo giugno è annunciata la presentazione del nuovo piano industriale di FCA e in quella sede chiediamo che vengano finalmente chiarite le strategie aziendali e che venga affrontata la questione del piano di quotazione in borsa di Magneti Marelli. Soprattutto per la completa saturazione degli occupati resta la necessità di nuove assegnazioni produttive a Pomigliano, a Mirafiori e alla Maserati di Modena, nonché di un modello che sostituisca la Punto a Melfi; anche a Cassino è stata prefigurata la possibilità di una nuova vettura che rilancerebbe definitivamente il sito. Non ultima la problematica della sostituzione dei motori diesel, che sarà decisiva per assicurare un futuro agli stabilimenti di Avellino e di Ferrara.
Similmente attendiamo risposte per CNH Industrial, poiché se è vero che qui non abbiamo più situazioni di crisi strutturali, è altrettanto vero che alcuni temi di fondo pongono il medesimo ordine di problemi, come quello della propulsione a gasolio in particolare per Foggia e Torino motori. Inoltre alcuni stabilimenti attendono investimenti importanti, ad esempio a Torino, mentre altri come Jesi, Piacenza o Bolzano risentono ancora degli effetti della crisi del mercato agricolo e del settore della difesa.
La Uilm si appresta ad affrontare questo momento cruciale, che dopo la presentazione del piano industriale ci vedrà impegnati anche nel rinnovo del Contratto collettivo specifico di lavoro, con lo stesso spirito costruttivo e la medesima determinazione con cui ha contribuito a superare i momenti più difficili del recente passato. Il nostro obiettivo era e resta non solo difendere l’occupazione, ma un’occupazione stabile e di qualità, dignitosamente retribuita e tutelata.
Comunicato Sindacale – Roma, 27 febbraio 2018